Stop export armi: l’ultima giravolta di Di Maio

Tempo di lettura: 2 minuti

Pubblicato il 09/07/2021

E così eccola, l’ultima giravolta di Di Maio: prima rivendica lo stop all’export di armi, poi scarica la responsabilità sul Parlamento.

Nell’estate del 2019, ancora durante il Conte I, il Vicepresidente del Consiglio Di Maio rivendicava in un (come sempre) vanesio articolo sul Blog delle Stelle lo stop all’esportazione delle bombe prodotte in Sardegna: ordigni bellici destinati ad Arabia Saudita e Yemen, per essere utilizzati nel conflitto yemenita.

Addirittura si spingeva a dire che «tutta l’Europa dovrebbe metter mano a queste normative e dire alle autorità nazionali che non si esportano più bombe e missili verso quei paesi che portano avanti dei conflitti in cui le relazioni dell’ONU ci dicono che sono stati violati i diritti umani». (Armi, così blocchiamo l’export verso i Paesi che violano i diritti umani, Il Blog delle Stelle, 12 luglio 2019).

Ebbene, oggi capita che i nostri militari vengano sfrattati dalla base di Al Minhad negli Emirati. Interrogato dalle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato su questa ritorsione, il capo della Farnesina ha scaricato la “colpa” di ciò sul Parlamento: dicendo che il Governo non aveva fatto altro che dare seguito a due risoluzioni votate dalle Camere. Perché, ovvio, quando serve, il Parlamento è sovrano!

Con sorprendente umiltà, Di Maio ha dichiarato addirittura che l’unico ruolo del Governo in questa vicenda fosse stato burocratico: «Noi abbiamo solo cercato di semplificare le procedure…». Di più: «Finché il Parlamento non decide con atto contrario», il Governo non può far ricominciare l’export di armi.

Peccato che solo qualche mese fa il Sottosegretario M5S agli esteri, Di Stefano, avesse anche lui «espresso soddisfazione per la decisione del governo italiano», essendo stato «un lavoro di cui andiamo fieri», e che «la lettera per chiedere la revoca dell’autorizzazione alla filiale italiana dell’azienda tedesca Rwm a esportare bombe del tipo Mk è stata indirizzata dal titolare della Farnesina Di Maio al Presidente Conte. Infine (ma proprio alla fine) Di Stefano ringraziò «ANCHE il Parlamento, che ha INDIRIZZATO il governo nella stessa direzione».

Come possono i cittadini fidarsi ancora di queste persone?

 

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