Governo Draghi, le mie considerazioni

Tempo di lettura: 2 minuti

Pubblicato il 19/02/2021
Ieri è stata approvata la fiducia al Governo Draghi alla camera dei Deputati, con 535 sì, 56 no, e 5 astenuti.
Se fino ad oggi non mi sono espressa, né a favore né a sfavore di questo governo, è perché non avevo tutti gli elementi per valutarlo.
Ho condiviso le riflessioni e le preoccupazioni del Presidente Mattarella in merito allo svolgimento, in questo momento storico, di eventuali elezioni anticipate . Ho preso atto che la maggioranza M5S-PD-LEU non è stata in grado di difendere il Presidente Conte ed esprimere una nuova maggioranza. E ho sospeso il mio giudizio su Draghi, non sentendomela di dire un no a priori al nascituro esecutivo basandomi soltanto su di un nome, senza conoscere ministri e temi.
Ho quindi atteso. Ho atteso di vedere la squadra, e poi di ascoltare il suo intervento in parlamento. Avevo grandi aspettative, si parlava di un governo di alto profilo, il “governo dei migliori”. Ma le aspettative erano evidentemente troppo alte, e sono state completamente disattese.
Questo è un governo di medio, se non basso, profilo, con le persone sbagliate nei posti sbagliati.
La politica ha completamente fallito. Ha fallito, in prima battuta, per non essere stata in grado di esprimere una maggioranza parlamentare. E successivamente perché, in un governo che si voleva di unità e salvezza nazionale, non è riuscita ad offrire il meglio che aveva, non esprimendo nomi di persone, adeguate al ruolo che avrebbero dovuto ricoprire.
Nel suo discorso, il Presidente del Consiglio Draghi ha fatto un passaggio importante: ha parlato dei tanti ragazzi come me emigrati all’estero, fuggiti da un paese che spesso non sa valutare il merito. Ma quando chiunque può diventare ministro di qualunque cosa, senza le competenze adeguate per il dicastero assegnatogli, che esempio sta dando la politica a quegli stessi giovani?
Un cambio di passo sarebbe stato necessario e opportuno, mettendo le persone giuste al posto giusto. E pretendendo anche dai partiti personalità competenti da far sedere sugli scranni governativi. Il merito e il valore prima di tutto: questa sì che sarebbe stata una svolta positiva per affrontare questo periodo.
Invece abbiamo quello che abbiamo, e i ministri lì messi dai partiti sono espressioni del potere, non della competenza. È il governo degli equilibri politici. E abbiamo visto come questo abbia anche penalizzato le donne.
Prima di esprimermi, ho atteso il discorso di Draghi al Senato, del quale ho condiviso alcuni punti, non condividendone altri. Ma un discorso è pur sempre soltanto un discorso. E alla fine conteranno unicamente i provvedimenti che questo governo prenderà. Provvedimenti che valuterò di volta in volta.

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