Crisi ucraina: la risoluzione di Europa Verde alla Camera

Tempo di lettura: 4 minuti

Pubblicato il 02/03/2022

Risoluzione 6-00211
Romaniello, Dori, Siragusa, Paolo Nicolò Romano

La Camera, premesso che:

nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un’offensiva imponente nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo. Aggressione è stata avviata al termine di un messaggio televisivo lanciato dal Vladimir Putin in cui annunciava di aver deciso di « svolgere un’operazione militare speciale e mirata » in Ucraina orientale;

le immagini giunte dall’Ucraina mostrano con drammatica evidenza l’effetto dell’attacco, con morti innocenti, feriti e distruzione. Un’intera popolazione civile indifesa costretta a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane. Civili ostaggio di una folle aggressione militare ingiustificata che va condannata con fermezza, rappresentando una chiara violazione del diritto internazionale, una grave violazione dei diritti umani e della sovranità di un popolo e del suo diritto di autodeterminazione;

a seguito di tali fatti, è iniziata una grande fuga dal Paese che, presumibilmente, porterà ad un importante flusso di profughi che necessiterà di aiuto umanitario;

si ritiene pertanto necessario attivare urgentemente aiuti economici e umanitari a favore della popolazione ucraina e dei profughi, avviando progetti di accoglienza come i corridoi umanitari;

il nostro Paese ha il dovere di compiere azioni decise affinché si interrompano queste ingiustificabili ostilità e si promuova la pace;

l’esercito russo, attraverso azioni condotte con lancio di missili sulle principali città, comprese quelle dell’Ucraina centro-occidentale e sulla capitale Kiev, ha preso il controllo anche della zona della centrale nucleare di Chernobyl ChNPP-92, configurando seri rischi ambientali soprattutto nelle aeree ove vi è presenza di scorie;

è essenziale evitare, in ogni conflitto, che centrali nucleari e siti di stoccaggio di materiali radioattivi possano rappresentare obiettivi militari;
il conflitto ha evidenziato l’urgenza di riaprire una profonda riflessione a livello europeo sulla necessità di condividere un’unica politica estera comunitaria e di difesa;

la situazione preoccupa tutti gli italiani. Dal lato economico, ad esempio, le forniture di gas sono arrivate a prezzi esorbitanti e rischiano di essere compromesse, sebbene sia stata annunciata la tenuta del nostro sistema di approvvigionamento energetico proveniente dall’estero, grazie al potenziamento di alcuni accordi in essere;

tale contesto, tuttavia, impone una seria riflessione sull’importanza delle energie rinnovabili, intese come energie di pace e democrazia, che impediscono la dipendenza da soggetti esterni che possano orientare le posizioni italiane nelle relazioni internazionali, specialmente di fronte a situazioni così drammatiche;

il sistema sanzionatorio, che rappresenta l’alternativa alla reazione militare, deve essere efficace per poter colpire un ampio ventaglio di interessi attraverso sanzioni severe nei confronti della Russia per l’aggressione militare in corso, escludendola, ad esempio, dal circuito finanziario internazionale di transazioni swift;

pur confermando la più ferma contrarietà all’invio di armi, poiché in contrasto con la storica posizione dell’Italia repubblicana, la quale, in aderenza all’articolo 11 della Costituzione, esclude lo strumento militare come elemento di risoluzione dei conflitti; si ritiene possibile prevedere un supporto alle forze di resistenza ucraine solo in conseguenza di una chiara espressione dell’ONU, al fine di ristabilire la pace e la giustizia fra gli Stati. Pertanto, per procedere in via eccezionale in tal senso, si ritiene urgente un’espressione in merito da parte delle Nazioni Unite;

gli eventi in corso rendono necessaria una seria e rapida riflessione relativa alla ratifica del trattato di proibizione delle armi nucleari da parte del nostro Paese;

osservando nuovamente l’orrore della guerra, si ritiene necessario rilanciare il tema della riduzione delle spese militari, in favore dell’aumento della spesa di carattere umanitario, volto a migliorare la vita delle persone,
impegna il Governo:

1) a sollecitare con forza il « cessate il fuoco » immediato e senza condizioni, nonché lo stop all’invio di armi per tutta la durata del processo negoziale tra le delegazioni ucraina e russa;

2) in caso di fallimento dei colloqui negoziali tra Ucraina e Russia, con conseguente prosecuzione del conflitto armato, a determinare un eventuale invio di forniture di carattere militare all’Ucraina solo come conseguenza di una chiara espressione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite;

3) ad attivare urgentemente i corridoi umanitari, incentivando, altresì, le missioni umanitarie in piena sicurezza, finalizzate alla salvaguarda della vita e all’accoglienza;

4) a promuovere un dialogo congiunto attraverso azioni diplomatiche per favorire la risoluzione del conflitto a tutela dell’Ucraina;

5) a lavorare per ripristinare i confini dell’Ucraina precedenti all’invasione;

6) a promuovere, attraverso una collaborazione strutturata con l’intera comunità internazionale, un piano di ricostruzione del Paese;

7) a lavorare per una vera smilitarizzazione di vaste aree di confine, che coinvolga in egual misura gli Stati confinanti, in accordo col governo russo;

8) a chiedere all’agenzia internazionale per l’energia atomica di intervenire sui danni ambientali potenziali causati dalle azioni militari, con riguardo alla sicurezza dei siti, degli impianti e dei combustibili nucleari, al fine di scongiurare ogni possibile danno ambientale attivo o prevedibile;

9) ad incentivare la conversione dei sistemi di approvvigionamento di energia potenziando al massimo quelli rinnovabili, nonché ad investire sull’efficientamento energetico per massimizzare l’autonomia del maggior numero di abitazioni civili, con particolare riguardo nei confronti delle famiglie a basso reddito;

10) ad organizzare a livello europeo un centro di acquisto comune finalizzato al mantenimento di un prezzo calmierato delle risorse energetiche, che sia presente su un mercato ampio, per evitare la dipendenza dalle risorse provenienti dalla Federazione Russa;

11) a sollecitare un rafforzamento della politica europea per la difesa e gli affari esteri, che miri anche alla risoluzione pacifica dei conflitti;

12) a scongiurare, nel rispetto delle convenzioni internazionali, la distruzione e il saccheggio dei beni culturali dell’Ucraina e a sostenere la creazione di buffer zone per edifici di interesse storico culturale del Paese, in collaborazione con le Organizzazioni internazionali competenti;

13) a ridurre la spesa militare, sollecitando la comunità internazionale ad orientarsi sulla stessa linea, al fine di conseguire la pace, indirizzando le risorse verso la cooperazione internazionale e la riduzione della povertà.

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