«Chi si ricorda di Julian Assange? Dall’11 aprile 2019 l’uomo simbolo di Wikileaks è in una cella del carcere di massima sicurezza […] Pochi ne parlano». Così Beppe Grillo in un post pubblicato nei giorni scorsi.
Purtroppo, a Beppe deve essere sfuggito che a NON volerne parlare è anche il MoVimento 5 Stelle, il quale in Parlamento sta contribuendo, insieme a tutta la maggioranza, a rinviare il voto della mozione del collega Pino Cabras sul caso.
Con tale mozione si vorrebbe impegnare il Governo a «intraprendere ogni utile iniziativa finalizzata a garantire la protezione e l’incolumità di Julian Assange da parte delle autorità britanniche», a «scongiurarne l’estradizione», e a «riconoscerne lo status di rifugiato politico e la protezione internazionale».
Il 14 giugno scorso l’aula di Montecitorio è stata impegnata nella discussione generale del testo. A seguito della dibattito ci sarebbe dovuto essere il voto: voto che tuttavia non c’è mai stato.
Ci sono stati infatti ben tre rinvii della votazione (due a giugno, una a luglio), e ad oggi non sappiamo quando e se verrà mai calendarizzata.
Non bastano gli slogan, non basta scrivere su un blog «Libertà per Assange». Il partito di Beppe Grillo è in Parlamento, è il primo partito della maggioranza!