Oggi è stato approvato il “Decreto sicurezza anti decreti sicurezza”.
Perdonate il gioco di parole.
Non posso non ricordare come la mia foto segnaletica fosse finita su tutti i giornali in occasione del Decreto Sicurezza I. Il motivo? Insieme ad altri diciassette deputati, avevamo osato inviare una mail al direttivo del MoVimento 5 Stelle Camera, chiedendo principalmente due cose:
- Maggiore dialogo interno sui provvedimenti (in teoria cosa dovuta e scontata, ma… non era così).
- La possibilità di depositare otto emendamenti al testo (questa sarebbe una prerogativa parlamentare, ma… nel MoVimento per presentare emendamenti devi chiedere l’autorizzazione).
Ricordo gli sguardi di disapprovazione di molti colleghi del Movimento quando uscì la “scandalosa” notizia: ben diciotto parlamentari, bollati come “dissidenti”, chiedevano addirittura di poter discutere del Decreto Sicurezza… All’epoca, per essere un “dissidente”, bastava questo.
«Se c’è qualche membro della maggioranza a disagio sul Decreto Sicurezza si deve ricordare che fa parte di una maggioranza che quel decreto lo ha votato. Di un governo che lo sta applicando, che lo sosteniamo. E che chi prende parte in questo momento a questa boutade prende parte a una boutade politica per far sentire un po’ di sinistra chi con la sinistra non ha più nulla a che fare».
La posizione del MoVimento 5 Stelle era PRO Decreti Sicurezza.
Ricordo un noto esponente del MoVimento dire, anche con una certa enfasi: «A me, il Decreto Sicurezza, me piace».
Questo significa solo una cosa: non avere un’identità.