Voto degli italiani all’estero: tra brogli e irregolarità

Tempo di lettura: 2 minuti

Pubblicato il 09/09/2021

Secondo le ultime notizie di stampa, due parlamentari eletti nel 2018 dagli italiani in Sud America avrebbero ottenuto il seggio grazie a circa 10 mila schede elettorali falsificate. La procura di Roma indaga, e presto la giunta delle elezioni del Senato dovrà esprimersi in merito al senatore Cario (bit.ly/2Vvx1uR)

Ovviamente mi auguro che i due parlamentari possano dimostrarsi estranei ad ogni accusa diretta o indiretta, ma quello che colpisce è l’immobilità dimostrata dal nostro parlamento nel legiferare su un tema così importante per la democrazia del nostro paese. Questa vicenda è infatti solo l’ultima delle tante su cui già sono state fatte inchieste e indagini negli anni.

Plichi rubati, plichi comprati, schede contraffatte: quando diremo basta?

Il voto all’estero è da sempre al centro di polemiche su brogli e irregolarità; tuttavia, nulla è mai stato fatto per risolverne le principali criticità.

A riguardo, due sono le principali mie proposte.

  • Inversione dell’opzione di voto: per limitare l’invio dei plichi elettorali ai soli cittadini che fanno richiesta di voto all’estero. Anche per evitare casi grotteschi come quello dell’invio dei plichi anche ai defunti;
  • separazione del plico elettorale della tessera elettorale: per disincentivare il furto o l’uso improprio del plico da parte di persone diverse dal destinatario.

Due proposte che potrebbero essere applicate immediatamente già dalle prossime elezioni, in attesa di sviluppare un sistema affidabile per il voto elettronico.

La riforma del voto all’estero è evidentemente una priorità; ma, a quanto pare, non lo è per il parlamento. Sono passati più di tre anni dall’inizio della legislatura, e ancora nessun partito ne ha chiesto la calendarizzazione in commissione affari costituzionali.

Speriamo che quest’ultimo caso argentino possa essere una sveglia per il parlamento e il Governo. Sull’argomento, comunque, presenterò già nella giornata di oggi un’interrogazione ai ministri competenti.

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