La maggioranza di Governo ha inaspettatamente bocciato un ordine del giorno, da me presentato, che avrebbe impegnato l’Esecutivo a introdurre, in occasione di ogni consultazione referendaria, «un opuscolo informativo, in formato cartaceo e digitale, contenente una descrizione neutrale ed imparziale del quadro normativo di riferimento, nonché le posizioni dei comitati promotori rispetto alle ragioni del “sì” e del “no”».
Uno strumento di partecipazione — già presente in altri Paesi, come la Svizzera — volto a informare i cittadini sui temi referendari.
Avrei potuto comprendere una riformulazione dell’odg: l’avrei compresa e probabilmente l’avrei anche accettata, se fosse stata ragionevole; ma un parere contrario è davvero incomprensibile.
Tra l’altro, in passato, nel 2020, un ordine del giorno simile ricevette il parere favorevole dell’Esecutivo; quindi, davvero, non si comprende la contrarietà a uno strumento che serve a rafforzare la democrazia: in un momento in cui, tra l’altro, vediamo punte di astensionismo che dovrebbero farci spaventare.
Di seguito, il testo.
Ordine del giorno
presentato da
Elisa SIRAGUSA
La Camera,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41, recante “Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall’articolo 75 della Costituzione da tenersi nell’anno 2022, nonché per l’applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto”,
premesso che:
il provvedimento in esame appare riconducibile, sulla base del preambolo, alla duplice ratio di assicurare, per un verso, lo svolgimento delle elezioni amministrative e dei referendum con modalità idonee a garantire il necessario distanziamento sociale e la prevenzione dei rischi del contagio da COVID-19 e, per un altro, di prevedere nuove modalità operative, precauzionali e di sicurezza, da osservare ai fini della raccolta del voto;
in occasione di importanti votazioni popolari soprattutto nel caso di strumenti di democrazia diretta, occorre che l’informazione dei cittadini sia all’altezza delle loro responsabilità e sia in grado di mettere ciascuno nelle condizioni di compiere la scelta più consapevole:
nel corso della 70ª sessione plenaria (Venezia, 16-17 Marzo 2007) la Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto, nota come Commissione di Venezia, ha adottato il «Codice di buona condotta sui referendum», il quale, tra le altre cose, prevede la predisposizione di materiale al fine di informare il cittadino circa i procedimenti referendari e i relativi quesiti da sottoporre a voto popolare, sul modello di quanto avviene in Svizzera;
impegna il Governo:
a prevedere nel primo provvedimento utile norme per consentire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, che in occasione di ogni consultazione referendaria il Ministero dell’interno predisponga un opuscolo informativo, in formato cartaceo e digitale, contenete una descrizione neutrale ed imparziali del quadro normativo di riferimento nonché le posizioni dei comitati promotori rispetto alle ragioni del si e del no.
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