Ad oggi non esiste un accordo di riconoscimento reciproco tra Unione Europea e Regno Unito in merito ai sistemi di certificazione dello status vaccinale emessi dagli stati comunitari e dall’isola britannica.
Per questo ho chiesto ai Ministri degli Esteri e della Salute, attraverso un’interrogazione, quali iniziative abbiano intenzione di intraprendere al fine di assicurare il rientro in Italia, oltre che la libera circolazione nel nostro Paese, di tutti i nostri connazionali vaccinati all’estero: riconoscendo la validità delle certificazioni vaccinali emesse nel loro attuale paese di residenza, le quali darebbero loro diritto a non sottoporsi a tamponi e quarantene.
La comunità italiana residente nel Regno Unito è, come noto, assai numerosa: oltre 400mila persone iscritte all’#AIRE. Molti di loro, avendo lì effettuato la vaccinazione, a causa del ritardo nell’addivenire a un accordo tra UK e UE, o tra Regno Unito e Italia, sono assurdamente privati della libertà di movimento a cui pure avrebbero diritto.
Ma il problema, lungi dall’essere circoscritto ai rapporti con l’isola britannica, riguarda la gran parte degli italiani nel mondo, i quali, ricordiamolo, sono oltre sei milioni. È tempo che la Farnesina e il Ministero della Salute permettano agli italiani vaccinati all’estero di godere degli stessi diritti dei vaccinati in Italia.