Interrogazione a risposta scritta 4-08635
SIRAGUSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, articolo 93, il personale dell’amministrazione degli affari esteri «è costituito dalla carriera diplomatica, (…), dalla dirigenza e dal personale delle aree funzionali (…), nonché dagli impiegati a contratto in servizio presso le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari e gli istituti italiani di cultura»;
in aggiunta alle figure istituzionalmente sancite dalla norma come parte integrante del personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, risulta all’interrogante anche quella dei «digitatori», sebbene questa categoria si collochi in una sorta di cono d’ombra della gestione amministrativo-contabile della rete estera della Farnesina. Le assunzioni di personale definito «digitatore», infatti, risultano attuate attraverso agenzie di somministrazione di lavoro interinale che, collocandosi come intermediarie tra l’amministrazione e il lavoratore, stipulano appositi accordi di prestazione di servizio con la sede estera, ricevendo peraltro compensi significativi e assolutamente sproporzionati rispetto all’esiguità degli stipendi percepiti dai digitatori: si parla di cifre al limite dell’indigenza. A titolo di esempio, a quanto consta all’interrogante, nella sede di Buenos Aires un digitatore percepisce mensilmente appena 140 euro a fronte della retribuzione mensile di un impiegato a contratto con la legge locale, pari a circa 1.800 euro;
non risulta all’interrogante una specifica disciplina in materia di operatività dei digitatori, da parte dell’amministrazione, che ne stabilisca le regole di ingaggio, univoche e certe, la contrattualizzazione ed i parametri retributivi; così come risulta non chiaro a quanto ammonti il fondo che alimenta le spese sostenute dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per i servizi erogati dalle società di lavoro interinale che si occupano di reclutare e contrattualizzare i digitatori;
l’assenza di una specifica disciplina in capo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale lascia dedurre che sussista discrezionalità operativa in capo alle singole sedi estere, in ragione dell’autonomia contabile e gestionale disposta dal decreto del Presidente della Repubblica n. 54 del 2010. L’assenza di una norma che sancisca la corretta e legittima proporzione tra impiegati di ruolo, impiegati a contratto e digitatori solleva quindi il dubbio, assolutamente legittimo in tempi di impasse emergenziale e vacanze di organico, che i digitatori possano qualificarsi come una sorta di via celere e priva di vincoli normativi per ovviare alla carenza di personale e contenere gli oneri dell’amministrazione;
in alcuni interventi in sede parlamentare, il Governo ha annoverato i digitatori come parte della forza lavoro a cui attingere per il disbrigo della mole di lavoro crescente presso le strutture consolari, accostandoli alla categoria degli impiegati a contratto e sollevando il dubbio che le due fattispecie operative appartengano al medesimo contingente;
la vacatio legis in materia di digitatori si sovrappone alle criticità esistenti in materia di gestione degli impiegati a contratto, i quali rientrano in una fattispecie sui generis contraddistinta da una disciplina priva di organicità, non capace di adeguarsi alle variabili che contraddistinguono la categoria ed il mercato locale, oltre che priva di certezze applicative; tutto ciò, a palese nocumento ai lavoratori. In quella che l’interrogante giudica una opacità legislativa ed amministrativa si inserisce anche una discrezionalità operativa da parte dei capi missione, la quale rischia di sfociare in atti unilaterali che potrebbero recare non poche criticità anche sul fronte delle relazioni bilaterali con i Paesi ospitanti –:
quali siano le norme che regolano il coinvolgimento dei digitatori nell’attività delle sedi estere e quanti di questi stiano attualmente lavorando presso le stesse;
quali siano e a quanto ammontino le risorse destinate all’assunzione di digitatori e quale sia il rapporto tra il costo, sostenuto dall’Amministrazione, per le agenzie di lavoro interinale e lo stipendio percepito dal digitatore.