Oggi il Senato ha posto la parola fine sul caso del senatore Cario, eletto grazie a presunte irregolarità verificatesi durante le votazioni in Sud America: l’aula di Palazzo Madama ha infatti disposto la decadenza del parlamentare, ribaltando così la decisione precedentemente presa dalla Giunta delle elezioni, che aveva invece confermato la sua elezione.
Come si può leggere nella relazione della Giunta, le perizie calligrafiche disposte dalla Procura avevano confermato sulle schede esaminate «l’assenza di mani differenti per ogni scheda» e «la presenza di gruppi di schede riconducibili a una stessa mano”. Inoltre, la terza perizia ha accertato che per la sezione n. 991, su un campione di 50 schede, tutte risultavano con certezza contraffatte perché compilate con la stessa mano; per talune schede sono state rilevate «tracce verosimilmente attribuibili al ricalco originato dalla sovrapposizione di una o più schede nel vergare il nominativo CARIO».
Tuttavia, la decisione odierna del Senato non mette di certo la parole fine sulla questione “voto degli italiani all’estero”. È infatti ormai sempre più evidente come il voto dei nostri connazionali necessiti di una riforma immediata. Sono ormai troppe le inchieste, le indagini, gli scandali emersi negli anni.
A riguardo, in questi giorni sto depositando una proposta di legge di riforma complessiva del voto estero.
Non possiamo più attendere oltre: ne va della dignità stessa del Parlamento. In caso contrario, temo sentiremo parlare ancora di cacciatori di plichi, schede falsificate e irregolarità di ogni tipo.