Finalmente, dopo due anni, riprendono i lavori in commissione sulla riforma della cittadinanza.
Il relatore ha presentato oggi una proposta di testo base che vuole introdurre lo ius scholae – un percorso per ottenere la cittadinanza italiana tramite il percorso scolastico. Sono ovviamente favorevole ad una riforma che abbia l’obiettivo di agevolare l’acquisizione della cittadinanza alle tante bambine e ai tanti bambini cresciuti in Italia, e mi auguro che questa proposta possa avere ampio appoggio.
Tuttavia, credo non sia rinviabile anche la discussione della limitazione a due generazioni della cittadinanza italiana iure sanguinis ai discendenti di italiani emigrati all’estero.
Proprio ieri il Ministero dell’Interno ha risposto ad una nostra interrogazione confermando come il tema sia “diventato sempre più rilevante, sia in considerazione dell’estrema vetustà delle linee di discendenza, talora insorte oltre un secolo fa, e della connessa innegabile rarefazione del vincolo di appartenenza al nostro Paese”. Inoltre, come riportato nella risposta del sottosegretario On. Scalfarotto, la trasmissione automatica della cittadinanza italiana iure sanguinis senza limiti generazionali non solo ha favorito un cospicuo arretrato nella gestione delle pratiche, ma anche un rilevante contenzioso in sede giurisdizionale. Evidentemente tutto questo in futuro sarà peggiorato anche tenuto conto dei nuovi flussi migratori che interessano il nostro paese.