5.000 visoni ancora in gabbia

Tempo di lettura: 2 minuti

Pubblicato il 11/05/2022

Il 1° gennaio è entrato in vigore, in Italia, il divieto di allevare visoni; nonostante ciò, moltissimi di questi animali sono ancora rinchiusi in gabbia.

Sono diverse le associazioni animaliste che hanno denunciato il fatto, rendendosi disponibili a ospitare i mustelidi; per questo serve immediatamente che i ministri competenti emanino un decreto per regolare la cessione di questi esemplari a strutture autorizzate, che possano garantire loro cure e mantenimento.

A questo fine, settimana scorsa, abbiamo presentato un’interrogazione al Governo; di seguito il testo dell’atto depositato.


Interrogazione a risposta scritta 4-12010
presentato da
SIRAGUSA Elisa
testo di
Venerdì 6 maggio 2022, seduta n. 689

SIRAGUSA, DORI, ROMANIELLO, PAOLO NICOLÒ ROMANO e MENGA. — Al Ministro della salute, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

da recenti notizie apparse sulla stampa, si apprende che un focolaio di coronavirus si sarebbe verificato di recente all’interno di un allevamento di visoni nella provincia di Padova, dove duemila esemplari dovrebbero essere abbattuti per fermare la diffusione del virus;

in precedenza un analogo episodio si sarebbe verificato nel più grande allevamento italiano, situato a Capralba (CR), dove sarebbero stati abbattuti oltre ventiseimila esemplari;

le condizioni crudeli in cui sono costretti a vivere i visoni, una specie particolarmente suscettibile al coronavirus, favoriscono la possibilità di formazione di serbatoi del virus e delle sue mutazioni, cosa che risulta particolarmente preoccupante in relazione all’efficacia dei vaccini;

a seguito della segnalazione di una mutazione del virus avvenuta in alcuni allevamenti del nord Europa proprio negli animali allevati per le pellicce, il Ministro della Salute il 21 novembre 2020 ha emanato una ordinanza, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 291 del 23 novembre 2020, con la quale sono state sospese le attività di allevamenti di visoni sul territorio nazionale, nel rispetto del principio di precauzione;

il comma 980 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022) dispone che «Sono vietati l’allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l’uccisione di visoni (Mustela viso o Neovison vison), di volpi (Vulpes vulpes, Vulpes Lagopus o Alopex Lagopus), di cani procione (Nyctereutes procyonoides), di cincillà (Chinchilla laniger) e di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia.»;

come denunciato da molte delle associazioni animaliste riconosciute, più di cinquemila esemplari vivono ancora negli allevamenti italiani in cattività, costretti in gabbie di dimensioni limitate e prive di arricchimenti ambientali adeguati alla specie, anche per effetto della mancata emanazione del decreto che ne regolamenta la cessione presso strutture autorizzate –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e delle circostanze esposte in premessa, e conseguentemente quali iniziative intendano adottare affinché venga data piena attuazione alle disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2022, che vietano l’allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l’uccisione di visoni nel nostro paese;

se non intendano emanare quanto prima le norme regolamentari per la cessione dei visoni alle strutture organizzate a garanzia della cura e mantenimento degli animali

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