Brogli nel voto estero e candidati ineleggibili alle elezioni dei Comites. È questo il meglio che sappiamo fare?
Nei giorni scorsi ho presentato un’interrogazione per chiedere delucidazioni alla Farnesina in merito alla presenza, nelle liste per le elezioni dei Comites, di candidati ineleggibili secondo l’attuale legge: si trovano infatti nomi di persone che hanno già svolto due mandati, e candidati membri di patronati (ricordo che un parere del ministero degli esteri ha determinato l’incompatibilità dei due ruoli).
Nel mio atto di sindacato ispettivo (qui il testo) ho chiesto quindi al Ministero degli affari esteri di rendere noti tutti i casi di incompatibilità e ineleggibilità presenti nelle liste elettorali dei Comites: casi di cui — a mio avviso — i nostri connazionali devono essere messi al corrente.
Purtroppo, l’attuale legge prevede che sia il Comites stesso, una volta eletto, a giudicare «delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità dei propri membri» (art. 7 del dpr n. 395 del 2003). Ed è quindi anche per questo motivo che si rende necessaria, a mio parere, una modifica normativa volta a ripensare il sistema di verifica delle condizioni di incompatibilità; auspicando, inoltre, il coinvolgimento dell’autorità consolare di fronte all’eventuale inerzia del Comitato che non dovesse provvedere alla rimozione di un ineleggibile.