Bisogna ridurre l’impatto degli allevamenti intensivi

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Pubblicato il 12/03/2021

Hanno destato scalpore e, anche, quasi, un’immotivata sorpresa le parole del neo ministro alla transizione ecologica Cingolani sugli allevamenti intensivi: «La proteina animale richiede sei volte l’acqua della proteina vegetale, a parità di quantità, e gli allevamenti intensivi producono il 20% della CO2 emessa a livello globale. Modificando la nostra dieta, avremo invece un co-beneficio: miglioreremmo la salute pubblica, riducendo al tempo stesso l’uso di acqua e la produzione di CO2».

Nulla di nuovo: quanto espresso dal ministro sono riasapute ovvietà, di cui si parla da decenni; eppure, dopo aver letto in rete alcune reazioni scomposte, sembra il ministro abbia pronunciato parole di scandalo. Chiariamo: nessuno ha intenzione di imporre diete vegane alla popolazione: non siamo in una dittatura alimentare… quello che sarebbe opportuno fare è semplicemente ridurre l’impatto degli allevamenti intensivi, incentivando pratiche sostenibili che non concorrano a infierire sul nostro già devastato pianeta.

Sul tema, è uscito negli stessi giorni uno studio della LAV, supportata da Il Fatto Quotidiano, che invito tutti a leggere: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/09/linsostenibile-costo-della-carne-per-ogni-kg-[…]inclusi-i-danni-ambientali-e-sanitari-lo-studio/6126244/

Qui sono riportati, sinteticamente, tutti i dati che è doveroso conoscere per avere un punto di vista consapevole e informato sulla questione.

Bisogna ridurre l'impatto degli allevamenti intensivi

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