Nella circoscrizione Estero la vittoria del ‘Sì’ è stata schiacciante, confermando addirittura le percentuali previste già dai primi sondaggi di mesi fa (tra l’80 e il 90 %); non pare quindi che, a differenza di quanto avvenuto in Italia, ci sia stato un mutamento nell’opinione dei votanti, e un ingrossamento delle file del ‘No’“.
Le ragioni di ciò possono essere dovute a diversi fattori: tra questi, sicuramente la mancanza di una vera e propria campagna referendaria all’estero, dovuta alle vacanze agostane e alla crisi sanitaria.
Non è inoltre da escludersi che per alcuni connazionali questo potrebbe essere stato un voto di rivalsa contro una classe politica, e una gestione del Paese, che li ha in molti casi costretti a lasciare l’Italia.
Da adesso, comunque, si aprirà una stagione di riforme; tra quelle possibili, non è a mio avviso più rinviabile quella volta a riformare il voto degli italiani all’estero.
L’imminente modifica della legge elettorale è un’occasione da non perdere.
È necessario introdurre l’inversione dell’opzione di voto; inoltre, sarà a mio avviso indispensabile ridefinire le ripartizioni, al fine di renderle più omogenee.